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Aggiornamento in Medicina
Nel 2008, il primo trapianto di una trachea con tessuto ingegnerizzato in un essere umano è stato effettuato per sostituire un bronco principale di sinistra con malacia in stadio terminale in una donna di 30 anni di età.
Sono stati riportati i risultati a 5 anni.
La paziente è stata seguita circa ogni 3 mesi con scansione di tomografia computerizzata multidetector e valutazione broncoscopica.
Sono stati ottenuti campioni bioptici mucosali ogni 6 mesi per valutazione istologica, immunoistochimica e di microscopia elettronica.
Sono state inoltre prese in esame qualità di vita, funzione respiratoria, test di tosse riflessa e produzione e specificità di anticorpi della ricevente contro l’antigene leucocitario del donatore ( HLA ).
A 12 mesi dopo il trapianto, si è sviluppata nella trachea nativa una progressiva stenosi cicatriziale vicino all’anastomosi con la trachea di tessuto ingegnerizzata, che ha richiesto ripetuti impianti di stent endoluminali.
Tuttavia, la trachea di tessuto ingegnerizzato è rimasta pervia per tutta la sua lunghezza, ben vascolarizzata, completamente ricellularizzata con epitelio respiratorio, e ha mostrato una normale funzione ciliare e clearance del muco.
Funzione polmonare e riflesso della tosse sono risultati normali.
Non si è formato alcun teratoma legato alle cellule staminali e non si sono sviluppati anticorpi anti-donatore.
A parte gli interventi intermittenti di broncoscopia, la paziente ha avuto una normale vita sociale e lavorativa.
Questi risultati forniscono le prove che una strategia di ingegneria tissutale che include la decellularizzazione di una trachea umana, coltura autologa di cellule epiteliali e staminali e differenziazione, e posizionamento di una struttura cellulare con un bioreattore è sicura e promettente. ( Xagena )
Gonfiotti A et al, Lancet 2014; 383: 238-244
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