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Ricostruire la retina: scoperto un meccanismo importante per lo sviluppo dei fotorecettori dell’occhio


E’ stato evidenziato il ruolo di NOGGIN nell'indurre il destino retinico in cellule embrionali multipotenti, quali le cellule staminali. A scoprirlo il gruppo di ricerca di Giuseppina Barsacchi, dell’Università di Pisa: i risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Stem Cells.

Come racconta Simona Casarosa, coautrice dello studio, è la prima volta che una sostanza si dimostra in grado – da sola – di indirizzare il differenziamento delle cellule staminali verso un destino retinico. Per ora i nostri esperimenti sono stati condotti su cellule di Xenopus, un anfibio che ha fatto da modello per tantissime scoperte nella biologia dello sviluppo.
Durante il differenziamento – quella delicatissima fase dello sviluppo di un organismo in cui si decide il destino, e quindi il ruolo finale, delle sue cellule – l’embrione è sottoposto a innumerevoli stimoli da parte delle più svariate sostanze. Una di queste è NOGGIN, che indirizza alcune delle cellule staminali di cui è costituito l’embrione a diventare sistema nervoso. Fino ad oggi non si sapeva però che NOGGIN fosse in grado di indirizzare le cellule staminali verso un tessuto nervoso specifico, la retina appunto.

Questo risultato dimostra che le cellule staminali embrionali di Xenopus possono essere utilizzate per studiare i meccanismi con cui si forma la retina durante lo sviluppo degli organismi animali.
Il prossimo passo sarà infatti capire quale sia il ruolo di questa sostanza nel differenziamento delle cellule staminali di mammiferi. In futuro, infatti, queste conoscenze potrebbero rivelarsi molto utili per la messa a punto di terapie di sostituzione cellulare, attualmente in studio per varie malattie degenerative della retina, come per esempio la retinite pigmentosa, l’amaurosi congenita di Leber e le varie distrofie retiniche. L’obiettivo è quello di sostituire le cellule malate con cellule di retina ottenute a partire da cellule staminali, fatte differenziare opportunamente in laboratorio.

Data la complessità del sistema nervoso umano, si è ancora molto lontani dall’obiettivo. D’altra parte, riuscire a far differenziare le cellule staminali embrionali in laboratorio fino allo stadio appropriato è ancora uno dei punti più critici e richiede l’individuazione di metodi sempre più efficienti: l’utilizzo di NOGGIN potrebbe essere uno di questi. ( Xagena2009 )

Fonte: Telethon, 2009


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