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Aggiornamento in Medicina
Il blocco di PD-1 ( programmed cell death protein ), un recettore co-inibitorio espresso dalle cellule T attivate, permette di superare la resistenza immunitaria e di indurre la regressione del tumore ( Topalian et al, NEJM 2012 ).
Sono stati presentati i dati di sicurezza a lungo termine e i risultati di efficacia di uno studio di fase I riguardante Nivolumab, un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio PD-1, nei pazienti con tumori solidi avanzati.
I pazienti, arruolati nel periodo 2008-2012, hanno ricevuto Nivolumab ( 0.1-10 mg/kg per via endovenosa Q2W [ ogni 2 settimane ] ) durante l'incremento scalare del dosaggio e/o l'espansione di coorte.
I tumori sono stati valutati secondo il RECIST 1.0 dopo ogni ciclo di 4 dosi.
I pazienti hanno ricevuto 12 o meno cicli fino a tossicità inaccettabile, progressione confermata, o risposta completa.
Sono stati trattati 304 pazienti con tumore non-a-piccole cellule del polmone ( n=127, squamoso e non-squamoso ), melanoma ( n=107 ), carcinoma a cellule renali ( n=34 ), tumore del colon-retto ( n=19 ) o cancro della prostata ( n=17 ).
Risposte obiettive durevoli ( CR/ PR; risposte complete / risposte parziali ) sono state osservate nel melanoma, carcinoma del polmone non-a-piccole cellule, e tumore a cellule renali.
I pazienti erano stati pesantemente pretrattati ( 47% con 3-5 precedenti terapie sistemiche ).
Gli eventi avversi di ogni grado si sono verificati nel 72% ( 220/304 ) dei pazienti, e gli eventi avversi di grado 3/4 nel 15% ( 45/304 ).
La polmonite correlata al trattamento si è verificata nel 3% ( 10/304 ) dei casi, tra cui 1% ( 3/304 ) con eventi avversi di grado 3/4, causando 3 morti nelle prime fasi dello studio.
In conclusione, Nivolumab ha prodotto sopravvivenza sostenuta con un profilo di sicurezza a lungo termine gestibile nei tumori in fase avanzata ( melanoma, carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, carcinoma renale ). ( Xagena2013 )
Fonte: ASCO Meeting, 2013
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