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Aggiornamento in Medicina
Le neuropatie di Charcot-Marie-Tooth sono le malattie neuromuscolari ereditarie più diffuse nell’uomo, in cui causano debolezza muscolare, atrofia e perdita della sensibilità agli arti. Anche a causa della loro varietà ( si associano a oltre 80 geni malattia a cui corrispondono diversi sintomi e decorsi ) le neuropatie genetiche ipermielinizzanti ( CMT ) sono ancora oggi orfane di una terapia efficace.
Uno studio finanziato da Fondazione Telethon e pubblicato su EMBO Molecular Medicine ha dimostrato come un farmaco in commercio negli USA per controllare i livelli di colesterolo ( Niaspan, il cui principio attivo è la Niacina ) inibisca l’eccessiva produzione di mielina, la guaina che riveste i nervi, in topi affetti da alcuni tipi di neuropatie CMT: le neuropatie ipermielinizzanti.
Benché limitata per ora al modello animale, la scoperta, fatta dai ricercatori dell’Unità di Neuropatie Ereditarie Umane diretta da Alessandra Bolino dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, è molto promettente.
Il fatto che il farmaco sia già in commercio infatti promette di semplificare e accelerare il passaggio dagli studi in laboratorio ai primi studi clinici sull’uomo.
Nei primi anni 2000, Alessandra Bolino aveva scoperto il legame tra il gene MTMR2 e una delle neuropatie CMT più aggressive.
A quel tempo il genoma umano non era stato ancora sequenziato e il gene MTMR2 era solo il quinto gene che si scopriva essere legato a queste malattie. Oggi, dopo appena una quindicina di anni, i geni mutati nelle neuropatie CMT sono diventati quasi 90.
Una parte di questi geni se mutati danno origine a neuropatie ipermielinizzanti, ovvero associate a un’eccessiva produzione di mielina. Tra loro ci sono le due trattate nello studio pubblicato su EMBO: la neuropatia causata da MTMR2, la più aggressiva, e un’altra, dai sintomi più lievi ma anche la più frequente, che va sotto l’acronimo di HNPP.
L’idea di usare un farmaco che abbassa il colesterolo nei modelli animali di queste malattie nasce dalla sinergia con un altro gruppo di ricerca dell’Ospedale San Raffaele, quello coordinato da Carla Taveggia, che nel 2011 ha scoperto il meccanismo con cui una proteina, in acronimo TACE, riduce la produzione di mielina da parte delle cellule di Schwann, le cellule che hanno il compito di formare la guaina mielinica intorno ai nervi.
Era già noto che la Niacina stimola l’attività della proteina TACE. I ricercatori in modo indiretto hanno indotto le cellule di Schwann a ridurre la produzione di mielina.
La Niacina agirebbe su un meccanismo molecolare ritenuto alla base di tutte le neuropatie con ipermielinizzazione, non solo le due considerate nello studio.
Le neuropatie di Charcot-Marie-Tooth sono malattie genetiche che colpiscono il sistema nervoso periferico. Sono caratterizzate da debolezza e atrofia dei muscoli, che appaiono come smagriti, e da ridotta sensibilità.
I sintomi partono in genere dai piedi e si diffondono progressivamente verso l’alto a gambe, parte delle cosce e mani.
Sono frequenti anche deformazioni dello scheletro.
La malattia esordisce di solito prima dei 20 anni e può manifestarsi in varie forme, più o meno invalidanti, con una frequenza di un caso ogni 2500 persone.
Al momento non esistono terapie mediche specifiche. ( Xagena2016 )
Fonte: IRCCS Ospedale San Raffaele Milano, 2016
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